martedì 3 gennaio 2012

Scusa, hai una sigaretta?

Questo è stato l'apice della mia serata di Capodanno 2012.

Il che, se bisogna pensare a un anno di "fine di tutto" o di "gran cambiamento", non è poco.

Ero rimasta ferma in macchina per più di mezz'ora, ricevendo tra l'altro la telefonata di un'amica. Mi guardavo intorno, osservavo la gente, cercavo un momento di tranquillità per scendere e farmi una passeggiata in quei luoghi dove ero stata da piccola... tanto piccola. E' che c'erano troppe persone, troppi tizi ubriachi, troppi lanciatori di petardi, e avevo un po' paura.

Poi mi sono fatta coraggio, e sono scesa. una trentina di metri di qua, fino a sotto quel portone; una cinquantina di metri di là, verso la vecchia cremeria; e poi un'altro po'... Sì, laggiù c'è una birreria piena di gente, ma tanto giro prima.

E poi ecco. Il ragazzo alto, presumibilmente ubriaco, presumibilmente straniero: viene verso di me, mi guarda, lo guardo, proseguo, me lo ritrovo davanti.

"Scusa, hai una sigaretta?" mi chiede.

Sì, sta proprio dicendo a me. A me, in minigonna, calze nere e ballerine grigie. A me, novella Cappuccetto Rosso vestita di una mantellina turchese. A me, brunetta dai capelli mossi.

Sto per rispondergli di "no". Poi mi ricordo della mia voce, così mi esce solo un timido "mmm", abbasso gli occhi e mi volto di 90° e mi allontano velocemente. Spero che non mi segua, lo spero davvero.

Che paura!

Ma, il tempo di arrivare in macchina e chiudermi dentro... ecco il pensiero reale che fa capolino.

E fa ancora più paura.

"Oddio, vorrei dirti che mi ha fatto piacere che tu mi abbia rivolto la parola. E che magari mi hai pure trovata attraente. Ma non posso farlo. E vorrei dirti che sei un bel ragazzo, almeno così mi era sembrato. Ma non sono in grado di dirlo."

Non posso fare nulla di tutto ciò.

D'altronde, se avessi potuto farlo, per prima cosa non mi sarei trovata spersa in un paese di montagna, la notte di Capodanno. Non sarei arrivata alla mia età da sola solo perché "troppo timida in un corpo sbagliato" ovvero semplicemente "nel corpo che non sento mio"; e mal che vada, al limite piagnucolando, mi sarei fatta portare in un rifugio di montagna dal mio "lui".

Per il resto, insomma, la serata non era stata malaccio.

Partenza alle 9:30 circa - poco dopo le fatidiche 2139 che indicano "baci" come sempre - in direzione montagna.

Prima tappa nella città più grande della zona, e una passeggiatina. Pochissimo traffico in giro, e gente solo nei ristoranti.

Poi altra tappa poco più su, altro giretto e altre foto.

Quindi là, dove c'è tanta "vita": arrivo esattamente a mezzanotte meno cinque, e mi bevo la mia lattina conservata con cura... e mando due SMS. Mi godo i fuochi d'artificio, a poca distanza, prima dalla macchina poi avvicinandomi a piedi.

Quindi torno in macchina e mi cambio, indossando la tenuta più "chic", studiata appunto per la seconda parte della gita.

Ed ecco l'episodio della sigaretta.

Oddio, ci penso ancora...

E poi ancora un po' di botti, di fuochi. Non sono ubriaca, pensavo peggio. E non ho freddo, anche con le cosce mezze scoperte: certo, sono giusto un pizzico eccitata, preoccupata e spaventata...

Forse è per quello che non ho freddo. E mi sento bene, tanto bene. Del tutto a mio agio. Padrona di tutto e di tutta me.

Poi riparto, faccio ancora qualche foto sulla strada, e un giro in quel paese qua vicino che è sempre carino e non ci sono mai andata... così.

Infine, casa. Ho fame, è il caso di fare "cenone".

Mi strucco. Sono contenta. Ma con un magone addosso che è semplicemente indescrivibile.